Nella Pineta di Arenzano sorsero così ville, alberghi, condomini e parti comuni per la vita sociale dove Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella, Vico Magistretti, Gio Ponti, Marco Zanuso , Anna Castelli Ferrieri, Roberto Menghi e tanti altri si susseguiranno per portare la migliore creatività a confronto con i temi della ricerca architettonica del tempo.
Una vicenda nata in un contesto privato fuori dai vincoli delle leggi sull'edilizia, a dimostrare come anche, la sola alta qualità della progettazione, consenta di ottenere risultati di grande pregio architettonico al di là delle leggi della speculazione.
L’ ”utopia” di Arenzano proseguirà nei decenni successivi, con tutti i suoi pregi (l’eccezionale qualità e sperimentalità dei suoi migliori edifici), quanto i suoi limiti e storture (la privatizzazione del paesaggio “bene comune” per il profitto e il godimento di una ristretta élite).